Signorina Effe, un film girato a Torino



Signorina Effe è un film del 2007, regia di Wilma Labate.

Location in Torino: Circolo Canottieri Armida, Parco di San Vito, strada della Manta, industria Turin Auto, quartieri Mrafiori e Falchera.

Il titolo del film allude a un documentario di Giovanna Boursier, La signorina Fiat, che ricostruisce l'esperienza di un'impiegata dell'azienda torinese dal 1961 al 1994, anno in cui viene licenziata.
La rivisitazione di Wilma Labate fa rivivere i 35 giorni di sciopero e la famosa "Marcia dei Qarantamila". Con interessanti immagini storiche, Signorina Effe racconta «la storia di uno sciopero operaio da un punto di vista complesso, attraverso gli occhi di una donna non operaia, proveniente da una famiglia operaia ostile alle lotte operaie. La Storia è protagonista e allo stesso tempo contesto di una storia d'amore, delle vicende personali di due giovani, Sergio ed Emma, di simili origini ma di opposta mentalità. In questo intreccio tra pubblico e privato si inseriscono filmati documentari che riportano costantemente in primo piano il tema storico ricordandone il livello superiore di realtà.
[…] Oltre ad essere la storia di uno sciopero, Signorinaeffe è una storia al femminile, incentrata sul personaggio di Emma, donna in fuga da un futuro per bene che non è  in grado di accantonare del tutto, per opportunismo o per buon senso. […]
Se il film sa osare sulla scelta del contesto e sulle spigolature sgradevoli di alcuni personaggi, non è altrettanto coraggioso nell'indagine del contesto stesso, dello sciopero, che appare nella sua forma più festosa con giovani che suonano la chitarra riuniti intorno ai falò. Sembra, insomma, più un'occupazione studentesca che una rivolta operaia di padri di famiglia terrorizzati dalla possibilità di perdere il lavoro.
Secondo lo stesso processo non si fa cenno nel film al terrorismo, se non per dare modo a Sergio di prenderne le distanze in modo radicale. Così quelle che sono le forme della paura, subìta o imposta, rimangono al di fuori della Storia in Signorinaeffe, sebbene ne siano in parte il motore. È dunque questa pacificazione dei contenuti, questo sacrificare l'angoscia della Storia ai turbamenti della storia d'amore, il punto debole del film […]. Questa soluzione, piuttosto semplicistica, non intacca però quelli che sono i personaggi principali del film - Emma, Sergio, lo sciopero - la cui natura di sconfitti non viene smentita. Da quei trentacinque giorni sia gli operai del Lingotto sia Emma escono sconfitti, i primi piegati da una trattativa che non condividono e che li sacrifica, la seconda ricondotta dalle convenzioni e dall'opportunismo sulla via dell'ordine".
C. Gustaldi, “Cineforum” n. 2/472, marzo 2008.